Non accettiamo che il Comune di Torino metta in vendita IREN
Si sta aprendo un vivace dibattito in città sulla vendita parziale o totale di IREN per coprire i buchi di bilancio. Il ritornello è lo stesso che ci viene ripetuto da un anno e mezzo a questa parte: non abbiamo scelta, pena il pre-dissesto di bilancio con tagli indiscriminati a tutti i servizi o addirittura il Commissariamento da parte del Governo. Qualcuno nella maggioranza guarda al futuro augurandosi che vengano assegnate a Torino le Olimpiadi del 2026 (sic!).
A un anno e mezzo dalla sua elezione, la maggioranza che ci governa ha avuto tutto il tempo di capire che così non risolve nemmeno l’emergenza (la vendita prevista delle azioni IREN frutterà nella migliore delle ipotesi circa 27 milioni e non i 70 inizialmente sperati); solo una goccia nel mare di oltre 3 miliardi di debiti del Comune, utile solo a rinviare all’anno prossimo scelte ancor più dolorose!
Perché non è stato ancora dato seguito alla promessa elettorale di un’indagine che avrebbe smascherato la trappola del debito e del patto di stabilità? Questa è la strada per riprendere in mano, da cittadini, il destino della nostra comunità e riappropriarsi della democrazia che smette di essere tale ogni volta che si antepongono gli interessi delle lobby finanziarie e immobiliari all'incomprimibilità della spesa necessaria a garantire quei servizi inseparabili dall’effettiva cittadinanza.
Il Movimento 5stelle che si propone di mettere al centro delle proprie politiche i cittadini si spieghi: di quale colpa i cittadini torinesi si sono resi responsabili al punto da doverla espiare?
Quale voce in capitolo hanno avuto i cittadini sulle scelte che hanno portato la città ad accumulare un “rosso” da record? Chi ha scelto di gettare AEM in balìa del mercato, di creare una costosissima “scatola” finanziaria di nome FSU - Finanziaria Sviluppo Utilities srl che, ricordiamolo, nel 2011 ha dovuto svalutare il capitale di ben 257 milioni di euro?
I cittadini non solo non hanno avuto peso in queste scelte, ma non ne sono nemmeno stati informati. Oggi si chiede loro di accettare nuovi sacrifici per senso di responsabilità.
Il vero senso di responsabilità, quando il debito diventa una voragine inestinguibile che non può essere coperta nemmeno a prezzo di continui sacrifici, consiste nel fermarsi e ragionare sulla sua legittimità .
Il debito globale di tutti i comuni italiani costituisce solo il 3,5% del debito pubblico italiano, è stato causato dal progressivo taglio dei trasferimenti statali e delle entrate proprie dei Comuni.
I torinesi hanno già iniziato a muoversi con una petizione al Comune, convinti dell’illegittimità, in tutto o in parte, del debito che viene opposto, come ostacolo insormontabile, alle richieste dei cittadini e alle loro lotte.
Chiediamo a questa amministrazione di non deludere le speranze e le aspettative che ha suscitato e di compiere un atto di responsabilità e di coraggio:
- dichiari al governo nazionale e alla cittadinanza che, dopo un anno e mezzo di sforzi di ogni genere, non è più disponibile ad applicare le politiche governative di austerità;
- che non si presta a impoverire ancor di più i torinesi, a privarli dei loro beni comuni, a sfasciare l’Amministrazione comunale,
- che la trappola del debito, come ogni ideologia totalitaria, porta con sé la tragica realtà di un impoverimento di massa scientificamente praticato,
- proceda ad un'autentica auditoria popolare sul debito cittadino, non solo a una, pur legittima, revisione tecnica della contabilità comunale,
- dia seguito alla delibera del Consiglio Comunale sulla Cassa Depositi ponendosi alla testa di un movimento nazionale per restituirla alla sua funzione storica di grande strumento della finanza locale,
- proponga ai grandi Comuni, altrettanto indebitati, di compiere insieme questi passi coinvolgendo la cittadinanza.
Il municipalismo è un valore se si nutre di democrazia, partecipazione, equità e giustizia sociale.
Attac – Comitato di Torino
29 settembre 2017