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Lettera aperta alla Sindaca, alla Giunta e ai Consiglieri comunali di Torino

 

 Il Governo sta decidendo come spendere  € 67,83 miliardi del Fondo Recovery destinati alla Sanità, di cui                         

38,1 miliardi andrebbero all’ammodernamento degli ospedali,

30,7 miliardi alle strutture sanitarie di prossimità,

  1,5 miliardi per le RSA.

L’emergenza Covid-19  ha fatto esplodere la crisi della sanità torinese. Con le quote del Fondo Recovery  assegnate al Piemonte e a Torino, possiamo cominciare a porvi  rimedio: ma la Città deve fare scelte adeguate e sostenerle con forza nei confronti della Regione e del Governo.

 Chiediamo che si apra immediatamente un dibattito pubblico sulle priorità degli investimenti nella sanità torinese che, come è noto, serve  anche gran parte del Piemonte e molti italiani/e, soprattutto delle regioni meridionali, costrett* a farsi curare a Torino per la scarsa qualità dei loro servizi sanitari locali.

 Per impedire che tutto ritorni come prima, riteniamo prioritario:

*   riaprire i 4 ospedali chiusi negli anni scorsi: Maria Adelaide, Valdese, Oftalmico e Einaudi di Largo Cigna,  rimodernati nelle strutture, apparecchiature e con personale sanitario adeguato

 aprire 7 giorni su 7, con orario continuato, almeno un poliambulatorio per ogni Circoscrizione per tutti gli interventi sanitari che non richiedono ospedalizzazione, alleggerendo così l’affollamento dei pronto soccorso ospedalieri,

 garantire Sale Mediche di prossimità in ogni quartiere, raggiungibili entro 150 metri, per le prestazioni sanitarie più semplici (dai prelievi, alle iniezioni, alle piccole medicazioni)

*  trasformare le RSA in strutture sanitarie e non solo assistenziali, perché mai più si ripeta la tragedia  della pandemia Covid-19. La Regione deve revocare la  Deliberazione n. 45 del 30 luglio 2012 le cui norme “for profit” sono basate sull’ organizzazione del lavoro nelle RSA simile a una catena di montaggio, e non alla particolare cura sanitaria e assistenziale dovuta ai più indifesi.

Compete invece al Comune destinare ad uso sanitario e non solo assistenziale  le strutture delle RSA,  da contraddistinguere con la lettera “H” = struttura ospedaliera sulle Tavole del Piano Regolatore: ciò permetterebbe anche di introdurre negli atti concessori precise condizioni, verificabili, di qualità sanitaria e assistenziale non più basate come ora sull’ottica aziendale del “minutaggio” delle prestazioni, ma consapevolmente organizzate in funzione della particolare tutela dovuta ad esseri umani fragili e indifesi, dei quali vanno rispettate la dignità e le personali esigenze.

 *   non sprecare un solo euro per il  progetto speculativo del Parco della Salute.

Sollecitiamo la Sindaca, gli assessori e i Consiglieri comunali a dare risposte tempestive e chiare a* torinesi.

Torino, settembre 2020