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La nostra città, pesantemente provata da una lunga crisi e da un ancor più lungo processo di deindustrializzazione, ospiterà in questo fine settimana una singolare combriccola di turisti.

 

Non si tratterà di spensierati e golosi vacanzieri che gusteranno la nostra cucina e i nostri vini e nemmeno di acculturati e appassionati personaggi pronti a sciamare curiosi tra musei e bellezze artistiche; purtroppo no. Si tratterà del Gruppo Bilderberg: una  conventicola molto nota nei suoi componenti (rappresentanti dell’élite in stile Forum di Davos); ma non altrettanto in quanto gruppo (non si dica giammai che vogliono il segreto, lor signori semplicemente non amano la pubblicità) e ancor meno per i loro dibatti che avvengono a porte rigorosamente chiuse (solo gli esponenti della plebaglia populista non capiscono il grande valore di questa nuova e raffinata forma di trasparenza).

 

Le eventuali decisioni rimangono segrete (pardon, non vengono divulgate!).

 

Quest’ultima cosa almeno ha un lato positivo. Non dovremo sorbirci il falso moralismo di esponenti dell’oligarchia che pontificano sui mali del pianeta, fra cui lo sconvolgente incremento della diseguaglianza con il suo crescere di sofferenze umane, e il saccheggio delle risorse e dell’ambiente del nostro pianeta. Il tutto a favore dell’ 1% della popolazione mondiale (si veda l’ultimo rapporto Oxfam).

 

Ma quest’ultimo fatto i lor signori del Bilderberg Group si rifiuterebbero di riconoscerlo (almeno pubblicamente) anche sotto tortura.

I mali del pianeta (compresi quelli della nostra città) sono il frutto di trent’anni di applicazione del neoliberismo, della sua incontrastata forza politica e della sua egemonia culturale.

 

Non dimentichiamo che il Bilderberg Group rappresenta uno dei più formidabili bastioni indefessi di quest’ideologia diventata oggi un’autentica religione.

In questi giorni a Torino si ritrovano alcuni dei suoi Grandi Sacerdoti e raffinati teologi.

 

Ai mali prodotti dalla loro ideologia, propongono come unico rimedio più mercato, ancora più mercato, sempre più mercato.

Il cuore e l’intelligenza del popolo (che non è cosi stupido e ignorante come ci vogliono far credere) ha già rifiutato la  loro spaventosa visione del mondo.

 

Signori del Bilderberg Group,

nella città che ha visto tanto un grande movimento operaio

quanto un grande impegno sociale del mondo cattolico,

il formarsi del senso di cittadinanza nel Risorgimento

e di quello democratico nella Resistenza,

siete fuori posto come tutti gli oligarchi.

Torino, 6 giugno 2018