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ATTAC - Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’Aiuto ai Cittadini

Educazione popolare rivolta all’azione

 

Il 6 dicembre prossimo ricorre il 16° anniversario del rogo della ThyssenKrupp in cui perirono 7 operai.

Di quel complesso siderurgico rimangono le strutture abbandonate, l’inquinamento del suolo da idrocarburi e della falda idrica da cromo esavalente, tossico e cancerogeno.

Il Tribunale di Torino ha accertato e condannato i responsabili ma il Comune di Torino – e gli altri Enti pubblici competenti – non hanno ancora fatto valere l’obbligo di legge “chi inquina, paga”.

Nulla si sa di eventuali interventi di risanamento. Ancora nel gennaio scorso la nuova proprietà AST – subentrata alla Thyssen – ha chiesto una proroga per la presentazione del Piano di Bonifica, che la Città di Torino ha concesso fino a giugno 2023.

Quel Piano è stato consegnato?

Che cosa prevede, in quanto tempo, a quali costi?

Perché il sindaco Lo Russo, primo responsabile della sanità di Torino, non parla? L’art. 192, 3, seconda frase) del D. LGS. n. 152/2006 (c.d. Codice dell'ambiente) è chiaro: “Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni di bonifica e di ripristino dello stato dei luoghi e il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate”.

Se il 6 dicembre prossimo ricorda ancora qualcosa agli amministratori della nostra città, ci risparmino le parole di circostanza che a 16 anni da quella tragedia sarebbero intollerabili e mettano le carte in tavola: dati sullo stato di inquinamento attuale, caratteristiche della bonifica (totale o parziale?) sia dagli idrocarburi sia dal cromo esavalente, da compiere in quanti anni, a spese di chi.

La cittadinanza deve sapere

Torino, 26 novembre 2023

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