Il Cottolengo sarà quotato in borsa?
Con la benedizione della vice ministra Castelli dei 5 Stelle, è iniziato il percorso verso la quotazione in borsa della beneficenza. A suo dire “L'economia sociale è il motore dell'intera economia e Torino è tra le realtà che meglio lo hanno compreso. L'esperienza di questo territorio ci fa dire che il Paese è pronto” e ci promette una legge ad hoc entro questa legislatura. v. La Stampa, 27 marzo 2022.
Più ardita degli yankee che hanno quotato in borsa anche l’acqua, la nostra si accinge a valutare in moneta sonante anche le opere di bene. Non che manchi il marcio anche in questo settore. Lo stesso Cottolengo non ha sempre brillato di correttezza e trasparenza, ma ciò non giustifica la consegna ai mercanti della Casa della Divina Provvidenza che, con numerose altre istituzioni benefiche, ha fatto di Torino la città dei santi e dei benefattori.
Su questa brutta strada conduce sicuramente la nuova legge sul Terzo Settore, che ha spazzato via ogni possibilità di autogestione democratica dal basso della solidarietà umana e sociale, imbrigliandola in procedure di riconoscimento e funzionamento ispirate alle pratiche di mercato.
Una brutta strada che ora intendono battere i grandi gruppi economici e finanziari della Città che, dopo aver spremuto la sua economia produttiva, saccheggiato il suo patrimonio immobiliare, impoverito la scuola, la sanità e l’edilizia pubblica, ora si accingono a speculare in borsa sull’obolo del povero, contando a quanto pare anche sul consenso dell’Amministrazione comunale.
In questa V Domenica di Quaresima, ricordiamo al Sindaco di Torino che, oggi come allora, i valori non sono quelli della borsa e del mercato: Marco (12,38 -44) : "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. "