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E se usassimo il denaro pubblico per costruire le soluzioni di sistema necessarie a ciascuno per stare meglio?
E se i nostri sistemi monetari, fiscali e finanziari potessero essere radicalmente trasformati?
E se potessimo ridurre il potere della finanza con più democrazia?
Dopo la crisi finanziaria globale del 2008, il salvataggio delle grandi banche ha comportato il taglio della spesa pubblica.
E si sono così giustificati i provvedimenti sempre più aspri di austerità, rafforzando il mito duro a morire che il settore pubblico deve affidarsi alla finanza privata per porre rimedio alle eccessive disuguaglianze e alla devastazione ecologica.
Oggi, la finanza privata non ha solo fallito nel far fronte a questi problemi, ma li ha aggravati. Il pubblico non deve contare sul settore privato.
I fondi pubblici sono molto più grandi di quanto pensiamo: equivalgono al 93% del PIL globale. Le banche pubbliche hanno risorse sufficienti per raccogliere i molti trilioni necessari agli investimenti nei servizi pubblici e nelle infrastrutture climatiche, senza dover far ricorso ai finanziatori privati.
Questo libro presenta prospettive di economie rigenerative e redistributive, costruite dal potere collettivo: dalla prospera economia cooperativa in Kerala, India, alle centinaia di Casse di risparmio locali in Germania, al Banco Popular in Costa Rica e le migliaia di fondi popolari di credito nel Vietnam.
Prende in esame modelli che potrebbero diventare la nuova normalità – alla base di un futuro strutturato democraticamente e vitale.
Gli esempi dal mondo reale di questo libro dimostrano che una politica economica che piega il potere dell’alta finanza e serve al popolo e al pianeta è possibile.
Le idee qui condivise sono tempestive e urgenti – un appello a essere pronti prima che scoppi la prossima bolla finanziaria.