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Che fine fanno i nostri risparmi alla Posta ?
Il nostro risparmio postale per 150 anni ha creato benessere: ha finanziato le scuole dei nostri figli, i nostri acquedotti, ospedali, case, strade.
Per 150 anni la Cassa Depositi e Prestiti, istituita da Cavour, ha raccolto il risparmio postale, lo ha remunerato con tassi non alti ma sicuri e lo ha prestato, con la garanzia dello Stato e a tassi agevolati, ai Comuni per costruire servizi e opere di pubblica utilità.
Il nostro risparmio creava benessere, garantiva il lavoro e lo sviluppo anche in periodi di crisi (svolgendo quella che gli economisti chiamano “funzione anticiclica”).
Ma gli ultimi Governi hanno snaturato il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti.
L’hanno trasformata da Ente Pubblico in Società per azioni e con l'ingresso nel suo capitale delle Fondazioni Bancarie, la sua attività si sta privatizzando divenendo sempre più simile a quella di una “banca d'affari”.
Di conseguenza il risparmio dei cittadini verrà sempre più utilizzato per operazioni finanziarie, per creare profitto per gli azionisti, facendo aumentare i rischi per i risparmiatori e salire alle stelle i tassi richiesti ai Comuni per finanziarne gli investimenti.
L’attività di servizio viene sostituita dall’attività speculativa!
Chi ci guadagna? I risparmiatori no, le Fondazioni Bancarie sì!
Queste ultime hanno infatti ricevuto dividendi del 10% (i BOT rendono meno dell’1%!) oltre al “regalo” di due miliardi di euro di rivalutazione del loro capitale investito.
Il tutto sotto la regia del Presidente Bassanini riconfermato ai vertici della Cassa dal dimissionario governo Monti, proprio su indicazione delle Fondazioni Bancarie, nello scorso mese di aprile.
A queste manovre si accompagna il graduale smantellamento del servizio postale come finora l’abbiamo conosciuto: da servizio di pubblica utilità, diffuso su tutto il territorio (dalla metropoli al paesino di montagna), accessibile a tutti, sta divenendo, una normale attività d’impresa volta al profitto. E la sua definitiva privatizzazione si avvicina.
Queste vicende riguardano tutti gli italiani, ma sono completamente assenti dal dibattito politico e sostanzialmente ignorate dai grandi mezzi d’informazione.
Soprattutto, viene ignorata la proposta dei cittadini riuniti nel “Forum per la finanza pubblica e sociale”, i quali chiedono che
• la Cassa torni alla funzione svolta, con buoni risultati, per 150 anni,
• cessi la privatizzazione,
• le fondazioni bancarie escano dalla Cassa e restituiscano i loro scandalosi profitti!
L’enorme ricchezza detenuta dalla Cassa (230 miliardi di Euro di raccolta annua, 5 volte di più delle principali banche italiane messe insieme), torni ad essere utilizzata per i suoi scopi originari, dando così un contributo decisivo alla ripresa economica e sociale del nostro Paese.