Riprendiamoci la Cassa!

Nuova finanza pubblica e sociale

L'appello 

Trenta Ottobre 2013: giornata mondiale del risparmio
volantinaggio in piazza San Carlo, fronte San Paolo, ore 13

Clicca qui per scaricare il volantino

La Costituzione tutela i nostri risparmi

Art. 47

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmiopopolare, alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese

 

Vogliono cambiare la Costituzione

per impadronirsi del risparmio popolare raccolto dalle Poste e gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti

Per 150 anni la Cassa Depositi e Prestiti, istituita da Cavour, ha raccolto il risparmio postale, lo ha remunerato con tassi non alti ma sicuri e lo ha prestato, con la garanzia dello Stato e a tassi agevolati, ai Comuni per costruire servizi e opere di pubblica utilità.

Il nostro risparmio creava benessere, garantiva il lavoro e lo sviluppo anche in periodi di crisi (svolgendo quella che gli economisti chiamano “funzione anticiclica”).

Gli ultimi Governi hanno snaturato il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti.

L’hanno trasformata da Ente Pubblico in Società per azioni per far entrare le Fondazioni Bancarie, privatizzare la sua attività che sta diventando sempre più simile a quella di una “banca d'affari”.

Di conseguenza il risparmio dei cittadini verrà sempre più utilizzato per operazioni finanziarie, per creare profitto per gli azionisti, facendo aumentare i rischi per i risparmiatori e salire alle stelle i tassi richiesti ai Comuni per finanziarne gli investimenti.

L’attività di servizio viene sostituita dall’attività speculativa

Chi ci guadagna? I risparmiatori no, le Fondazioni Bancarie sì

Queste ultime hanno infatti ricevuto dividendi del 10% (i BOT rendono meno dell’1%!) oltre al “regalo” di due miliardi di euro di rivalutazione del loro capitale investito.

A queste manovre si accompagna il graduale smantellamento del servizio postale come finora l’abbiamo conosciuto: da servizio di pubblica utilità, diffuso su tutto il territorio (dalla metropoli al paesino di montagna), accessibile a tutti, sta divenendo, una normale attività d’impresa volta al profitto. E la sua definitiva privatizzazione si avvicina.

L’enorme ricchezza detenuta dalla Cassa (230 miliardi di Euro, 5 volte di più delle principali banche italiane messe insieme), torni ad essere utilizzata per i suoi scopi originari, dando così un contributo decisivo alla ripresa economica e sociale del nostro Paese.

Il mio risparmio serve a creare, non a speculare

Applicare, non cambiare, la Costituzione