Con la vendita del 40% delle azioni di Poste Italiane, proposta dal precedente governo e confermata dall’attuale, la più grande azienda italiana entrerà nel regno dei mercati azionari e finanziari. Una grande incognita e un grosso problema per il paese.
Il gruppo Poste Italiane ha 140.000 dipendenti, un miliardo all’anno di utile netto, servizi finanziari, assicurativi e postali, 14.000 uffici su tutto il territorio nazionale. I suoi sportelli raccolgono i risparmi di milioni di cittadini per affidarli, con la massima garanzia e il minor rischio finanziario alla Cassa Deposito e Prestiti, che a sua volta li doveva prestare ai Comuni, a condizioni migliori rispetto al mercato, per realizzare le opere e i servizi pubblici necessari alla collettività.
Poste e CDP sono ancora oggi, per una larga fetta del paese, l’alternativa al sistema bancario e speculativo. L’ultima significativa presenza pubblica nel settore della raccolta e della gestione del risparmio dei cittadini e nelle attività bancario-assicurative sta per essere ceduta ai privati. Un nuovo, doppio e clamoroso regalo ai banchieri e alle tecnocrazie finanziarie.
Prosegue così, nel nostro paese, l’opera di sistematico smantellamento di quello che rimane della proprietà pubblica di beni, servizi e attività produttive.
Quale privatizzazione ha prodotto dei vantaggi per i cittadini?
Quale privatizzazione ha incrementato l’occupazione ?
Quale privatizzazione assicura servizi a tutti?
Quale privatizzazione assicura la sicurezza dei risparmi gestiti da Poste Italiane?
I lavoratori, e tutti i cittadini utenti di Poste Italiane, hanno diritto a essere informati!
Per porre dei quesiti, per avere delle risposte, ne parleremo con
Antonio TRICARICO, responsabile di Re:Common e autore de La posta in gioco
mercoledì 14 MAGGIO alle ore 17.00
in via MILLIO, 20 – TORINO (Zona San Paolo)
Promuove il Comitato torinese Nuova Finanza Pubblica e Sociale con le RSU poste aderenti