imm sanità

Dopo  un primo confronto pubblico Attac Torino ritiene necessario un approfondimento, in concomitanza con l'avvio della cosiddetta “Fase 2”, fase in cui l'unica certezza è quella del nome.

Incertezza particolarmente grave nella nostra Regione dove il rilassamento delle misure di sicurezza (che riteniamo dolorose ma necessarie) coincide con l'aver raggiunto il poco invidiabile primato di essere diventata  la Regione in Italia con la più' elevata crescita dell'infezione.

La pessima gestione della crisi ad opera della nostra amministrazione regionale ha portato gruppi di cittadini a lanciare la proposta di una grande petizione per chiedere al Governo il commissariamento della Regione Piemonte, per i seguenti motivi:

*  I preavvisi e gli avvisi ufficiali non hanno fatto scattare le misure di prevenzione necessarie, tutto si è scaricato sugli ospedali che ne sono stati travolti. La pigrizia intellettuale e l’abitudine aborriscono i messaggi che li disturbano. 

*  La gestione aziendalistica – e non come servizio pubblico - della sanità ha considerato come costi antieconomici  da comprimere al massimo possibile quelli che sono invece fattori indispensabili alla produzione della sicurezza sanitaria collettiva : 

- La drastica riduzione dei medici, infermieri, tecnici e operatori sanitari  e il numero chiuso alla Facoltà di   Medicina (450 nel 2019 più 70 in lingua inglese)

- La chiusura di ospedali  e di presidi sanitari di base per concentrare saperi e risorse nella Città della  Salute

- Taglio dei posti letto di terapia intensiva, al di sotto della media europea

- Gestione “just in time”   (flux tendu) al posto di un prudente stoccaggio di  scorte di  DPI –

   Dispositivi di Prevenzione Individuali  (mascherine, guanti, grembiuli, camici, calzature per la     

   protezione del  personale) e degli  strumenti necessari : test, tamponi, apparecchi respiratori

-  cancellazione delle mail di segnalazione da parte dei medici di base dei pazienti in quarantena  

   domiciliare

-  Scandalo delle RSA

-  2 USCAS - Unità Sanitarie di Continuità Assistenziale sulle 20 previste

-  Nessuna attivazione dello screening di massa per individuare e curare tempestivamente le persone               

    contagiate e  isolare i focolai  di contagio

Tutto questo  si manifesta  in un contesto in cui  anche un comunicato stampa dell'Ordine dei Farmacisti viene trascurato (un tempo si sarebbe più' correttamente detto censurato) dai media. 

Ma lo scandaloso utilizzo a senso unico dei media, fino alle minacce a chi non si allinea (v. denuncia Report) è solo uno degli elementi di scenario. Altrettanto se non più scandalosa è la mercificazione della ricerca e della conoscenza attraverso i brevetti dei medicinali,  inaudita fonte di trasferimento di  enormi risorse verso realtà monopolistiche.

Commissariare la Regione Piemonte per cambiare rotta e  gestire la Fase 2 della sanità piemontese non più con i criteri mercantili dei costi-benefici, ma ripristinando il Servizio sanitario pubblico a fini di prevenzione e cura, con la riapertura degli ambulatori di quartiere e ospedali di territorio e il concorso della rete delle farmacie per effettuare con urgenza

  • Screening di massa per scoprire i potenziali contagi, filtrare gli ammalati secondo la gravità, individuare e isolare i focolai.
  • dal 4 maggio disponibilità di mascherine efficaci per tutti, a prezzo controllato,
  • chiara indicazione di chi controllerà – e con quali poteri - il rispetto delle regole nei luoghi di lavoro, e per recarsi al lavoro.

Approfondire questi temi - o almeno iniziare a farlo - può essere il modo per dare un senso più ragionato alle giuste reazioni di protesta dei cittadini.