In questi giorni, in cui i numeri dell'epidemia proiettano la Regione Piemonte alla vetta della non invidiabile graduatoria delle regioni colpite in Italia (e di conseguenza in Europa) viene proposta da gruppi di cittadini una petizione popolare per chiedere il commissariamento, da parte del Governo nazionale, dell'attuale amministrazione della Regione Piemonte.
Questo è un segnale positivo della volontà della cittadinanza di agire, di partecipare, di prendere in mano razionalmente il proprio destino in un momento in cui tutto, in primis i media main-stream (unici rimasti sulla scena comunicativa), spingerebbe la popolazione alla passività, all'irrazionalità, a una cupa e rassegnata subordinazione.
Quest'iniziativa è ampiamente giustificata dalla pessima conduzione dell'emergenza da parte della giunta Regionale. L'utilizzo delle RSA per l'inserimento di soggetti positivi al virus con catastrofiche conseguenze ne è solo l'esempio più' lampante.
Il Comitato di Attac Torino aderisce e sostiene l'iniziativa della petizione popolare: https://www.change.org/p/commissariare-la-sanit%C3%A0-piemontese-adesso .
Riteniamo di aggiungere e condividere alcune considerazioni.
Questa proposta, a nostro avviso, deve essere il punto di arrivo di un progetto che richiede passi intermedi e vasto consenso.
Per onestà intellettuale occorre ricordare che le responsabilità non possono essere addossato alla sola maggioranza regionale pro tempore o a un solo livello istituzionale.
Lo smantellamento, fortunatamente realizzato solo parzialmente, del servizio sanitario nazionale, la cui istituzione è stata una grande conquista di realizzazione del diritto costituzionale alla salute, è frutto dell'ideologia neoliberale troppo a lungo egemone nella politica, ben al di là dei confini tra schieramenti, e ancor più' nella cultura.
I tagli e lo smantellamento dei presidi territoriali in nome della riduzione della spesa pubblica, il crescente spazio al mercato in nome di una presunta (molto presunta) maggior efficienza sono i frutti avvelenati di quell'ideologia di cui oggi constatiamo la tossicità.
Dobbiamo, insieme alla raccolta delle firme, sviluppare e ampliare questa consapevolezza anche tramite una seria e rigorosa opera di studio e documentazione.
Questo perché quest'iniziativa non venga percepita (e di conseguenza non lo diventi oggettivamente) come un'azione contro un singolo partito a favore di un altro partito o, tutt'al più' l'ennesima caccia al responsabile di turno.
Dobbiamo fare si che l'auspicato commissariamento significhi non un mero cambiamento di persone ma un profondo cambiamento di idee e di visione della salute, nuovamente riconosciuta come diritto costituzionale.
Torino, 6 maggio 2020