01/03/07 Basta con l’Europa neo liberale! 

Il 25 marzo 2007 verrà celebrato a Berlino il 50 anniversario della firma del Trattato di Roma istitutivo della CEE – Comunità Economica  Europea, divenuta Unione Europea con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht il 1° novembre 1993.

Per la presidenza tedesca questa è l’occasione per far adottare dai Paesi membri dell’UE una dichiarazione mirante al rilancio del processo di revisione dei trattati, a circa due anni dalla bocciatura senza appello del Trattato Costituzionale Europeo (TCE) da parte dei francesi e olandesi.

I francesi, dopo un dibattito senza pari nel resto d’Europa, per intensità e alta qualità, hanno chiaramente respinto il Trattato proposto perchè esso mirava, in modo aberrante, a costituzionalizzare tutte le politiche comunitarie segnate in questi ultimi decenni dal marchio del liberismo.

Un giudizio senza appello per il fatto che il pessimo andamento economico e sociale dell’UE ha esasperato il mondo del lavoro: i dirigenti hanno votato sì all’80%, ma gli operai hanno votato no nelle stesse proporzioni.  Logico quando i ceti meno abbienti conoscono quasi solo la disoccupazione e la precarietà e sono vittime di uno scandaloso peggioramento delle disuguaglianze e della povertà, mentre le grandi ricchezze si accumulano in modo indecente. Altrettanto logico quando ai più giovani si prospetta un avvenire oscuro. Il No al TCE ha espresso chiaramente il rifiuto dell’Europa neo-liberale.

 

Per un ‘Europa democratica, ecologica e solidale.

Con il Trattato di Nizza che attualmente governa il funzionamento delle istanze europee

-        la liberalizzazione e la concorrenza, senza armonizzazione fiscale o sociale dei sistemi nazionali,  ha portato ad una riduzione delle tutele fiscali e sociali e di conseguenza, delle politiche di solidarietà;

-        inoltre, l’allargamento a nuovi Stati Membri, senza il necessario sforzo finanziario di solidarietà, ha imposto ai candidati programmi di aggiustamento strutturale che distruggono tutte le protezioni sociali,

-        infine, i Paesi terzi del Sud del Mondo, e in particolare quelli dell’area mediterranea, devono subire trattati ineguali.

Per questi motivi è necessario un nuovo Trattato, che dia finalmente il potere in Europa ai cittadini e permetta politiche alternative. Un Trattato che sia portatore della nostra ambizione di un’Europa democratica, ecologica e solidale, per un’altra mondializzazione.

 

I cittadini devono farsi sentire!

Il governo tedesco tenta di predisporre un compromesso diplomatico che la presidenza francese  nel secondo semestre 2008 avrebbe il compito di condurre a buon fine.

Attac non può accettare che i liberisti, sconfessati dalla urne, si facciano interpreti delle aspirazioni popolari. Le politiche dell’Unione Europea devono ormai cambiare profondamente perchè è fattibile un altro ordine sociale fondato sulle solidarietà nazionali e internazionali, ma anche un altro modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente, che contempli un concetto nuovo della ricchezza, del lavoro e dei consumi.

Nella continuità della nostra lotta contro il TCE, noi lavoriamo per una Carta Europa democratica, che dia finalmente il potere in Europa ai cittadini e permetta politiche alternative. Per questo Attac Italia e gli Attac d’Europa presentano, in occasione del 24 marzo, 10 principi per un trattato europeo democratico. Venite a discuterne con noi.

 

La nostra Europa è possibile  perché la loro non è più vivibile!

 Un’altra Europa è possibile: democratica, solidale ed ecologica. L’Europa dei popoli e dei cittadini invece dell’Europa dei mercanti.