ATTAC Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’Aiuto ai Cittadini
Comitato torinese – via Mantova 34 – 10153 Torino – Cell. 347 9443758
Il Comunicato di Attac Torino del 1° ottobre scorso, ha contribuito a rendere pubblico quel che stava bollendo nella pentola della Giunta comunale all’insaputa dei cittadini torinesi e degli stessi consiglieri comunali di maggioranza. E si è capito che la questione Cavallerizza è un garbuglio ancora inestricabile.
La Giunta ha tentato di mascherarlo dietro a una delibera pomposamente intitolata “Regolamento per il governo dei beni comuni” che ha suscitato tali e tante critiche, al punto che il Coordinamento Beni Comuni Torino ne ha chiesto la revoca. I motivi sono sacrosanti e evidenti:
- la delibera equipara i beni privati ai beni comuni,
- mette in moto procedure pseudo-partecipative, orientate, selezionate e autorizzate dalla Giunta comunale, con modalità burocratiche macchinose e dispendiose che richiederebbero da sole un assessorato per il loro espletamento (art. 6),
- conferisce a Fondazioni di diritto privato la proprietà di beni pubblici (art.17), evidente scorciatoia per la loro privatizzazione.
Non è ancora apparso in tutta la sua gravità il garbuglio economico e patrimoniale
in cui versa la Cavallerizza con le società
CCT - Cartolarizzazione Città di Torino Srl. e CDP - Cassa Depositi e Prestiti SpA
Il complesso della Cavallerizza è attualmente di proprietà di CTT e di CDP, ad eccezione della piccola parte del maneggio e dei giardini. Ma CCT è andata a ramengo, e il Comune la vuole liquidare ma non sa come pagare i debiti.
Allora come ora, Chiamparino, Fassino e Appendino concordi ci propongono la “valorizzazione” e cioè l’ “ estrazione di valore” da Cavallerizza tramite lo sfruttamento mercantile del bene comune trasformato in merce.
Come per CCT, a questo mira il Protocollo d’intesa stipulato pochi mesi fa con il quale Appendino s’impegna con CDP a elaborare “entro il 30/10/2019 il Progetto Unitario di Valorizzazione del compendio denominato “Cavallerizza Reale” al fine di definire l’assetto generale del complesso, le destinazioni d’uso e le modalità d’intervento ammesse” (Art. 4,3).
Con questo Protocollo d’Intesa (e chissà quanti altri)
Cassa Depositi e Prestiti tradisce le finalità per cui è stata fondata da Cavour:
utilizzo del risparmio postale come sostegno finanziario agli investimenti degli Enti Locali e all’economia territoriale
I finanziamenti di Cassa Depositi e Prestiti
costituiscono un “servizio di interesse economico generale”
(Art. 10 D.M.E. 6/10/2004) e devono essere finalizzati
* alla riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici;
* alla tutela idrogeologica del territorio, messa in sicurezza del patrimoni pubblico, scuole, ecc.
* alla riconversione ecologica della produzione per la fuoriuscita dal fossile
* al diritto all’abitare, a partire dai 960 milioni di euro di Fondi Gescal giacenti nel c/c 2812
tuttora inutilizzati
Non col cappello in mano, Sindaca e Consiglio comunale intero, rappresentanti istituzionali dei torinesi che hanno depositato i loro risparmi alle Poste, riportino CDP al suo ruolo originario per restituire Cavallerizza alla Città.
Torino, 30 ottobre 2019