SE la nostra Sindaca e suoi 5stelle avessero un po’ di immaginazione e un qualche ascendente su Cassa Depositi e Prestiti, dovrebbero considerare positivo l’ingresso dell’Università nella cordata che progetta la rinascita di Cavallerizza Reale,
SE l’Università perseguisse davvero la regia pubblica della prospettata ristrutturazione, il Comune avrebbe un prestigioso alleato per riportare CDP al suo ruolo originario di sostegno finanziario agli Enti Pubblici utilizzando le risorse provenienti dalla raccolta postale, attività qualificata come “servizio di interesse economico generale”
SE invece di invocare il debito come alibi per ogni misfatto sociale, il Comune di Torino proponesse a Università e CDP una nuova alleanza per investire la ricchezza prodotta dal risparmio postale dei torinesi nel soddisfacimento dei bisogni sociali e ambientali della nostra comunità, smettendo di usarla come leva per l’espansione dei mercati finanziari e l’espropriazione dei beni comuni… la Banca Sanpaolo non sarebbe contenta, ma i torinesi sì.
Di questo dovrebbe farsi carico il piano di rinascita di Cavallerizza Reale, presentato dalla magnifica cordata. Invece differisce ben poco dai piani precedenti, legittimati dal Piano Regolatore Generale del 1995, mai riveduto se non per l’aggiunta del parcheggio sotto i Giardini Reali (che ora verrebbe cancellato, come sembrano escluse le destinazioni d’uso più sconvenienti, tipo supermercati, alberghi). Ma ciò non basta a rendere accettabile la privatizzazione di quel bene pubblico.
La magnifica cordata ripropone infatti la mano di ferro della speculazione fondiaria e immobiliare sul futuro di Cavallerizza. Per estrarre ricchezza da quel bene storico- architettonico della nostra comunità, lo suddivide in proprietà diverse e diverse funzioni, dagli uffici direzionali del Sanpaolo alle “opere buone” della sua Fondazione Paideia, al pensionato d’alto bordo per studenti, a prezzi conseguenti. Il Sanpaolo non investe in residenze pubbliche universitarie, ma offre agli studenti prestiti di studio di 50.000 euro, condannandoli a decenni di rimborsi e a condizioni di disuguaglianza.
Ripristinare il ruolo pubblico e sociale di CDP e dell’Università è determinante per impedire che l’ ente locale si trasformi da erogatore di servizi per la collettività in facilitatore dell’espansione della sfera di influenza dei capitali finanziari, da garante dell’interesse collettivo a sentinella del controllo sociale delle comunità.
Passa anche dagli sgomberi più o meno “dolci” del MOI, dell’Asilo, della Cavallerizza, la trasformazione autoritaria, la progressiva riduzione della democrazia di prossimità, la spoliazione dei beni comuni della comunità locale.
Il Progetto di rinascita della Cavallerizza Reale non obbedisca al Sistema Torino, dia il segnale del cambiamento.